Fare Transurfing tra le correnti della vita

Finalmente eccomi qua a scrivere di un libro tra i più illuminanti che abbia letto nell’ultimo periodo. Si tratta di Reality Transurfing – Lo Spazio Delle Varianti di Vadim Zeland.
Più che un manuale di self-help, questo è un vero e proprio trattato in tre volumi sulle dinamiche della vita, che Zeland vede come una corrente.

Tutti vorremmo vivere nell’agio, in prosperità, senza malattia e sconvolgimenti esistenziali, ma la realtà spesso è molto lontana da questo e ci sentiamo impotenti, in balia di qualcosa di più grande.

Accanirsi, secondo l’autore, non serve a niente; è come agitare le braccia più forte mentre si nuota controcorrente: un totale spreco di energie. Anche cercare di raggiungere degli obbiettivi facendo uso di una forte volontà, applicando quanto appreso in manuali e corsi per ottenere il successo e la felicità, secondo lui è inutile e gravoso. Spesso in certi ambienti si tende a guardare le imperfezioni caratteriali e si cerca di limarle. Tuttavia per Zeland la strada giusta non è cambiare se stessi, ma fare ritorno al proprio sé.

Il sé?! Sì, proprio quello. Si tratta della coscienza di ognuno, che, come aspetto frattale dell’Uno, lo rispecchia perfettamente.

Un momento, un momento! Frattale? Uno? La cosa inizia a diventare ostica.

Lo so, è un po’ difficile da immaginare, dopotutto Vadim Zeland è stato uno scienziato di fisica quantistica! Ad ogni modo, ecco due esempi di frattale:

Sono oggetti geometrici dotati di auto similarità interna, si ritrovano sia in certi studi matematici che in natura.
Nella seguente immagine si può meglio apprezzare come il tutto è contenuto in ogni sua piccola parte.

3_frattali_2

Dal momento che il sé contiene tutte le possibilità, l’io materiale può sintonizzarsi sulla frequenza di quella che più preferisce e quindi scegliere il proprio destino. Scegliere e non creare, perché secondo il Transurfing ogni strada, ogni linea della vita, o variante, è contenuta all’interno del sé.

Quindi, cosa ci impedisce, fin da quando siamo piccoli, di allinearci a ciò che più ci piace fare e fluttuare beatamente tra le correnti della vita?

Due cose: i pendoli e i potenziali superflui.

E tra poco vedremo di cosa si tratta, ma prima voglio parlarvi dell’Onda della Fortuna.
Esistono, tra le tante varianti potenziali, alcune strade benevole, diciamo propizie. Se ne intuisce la vicinanza quando ci arrivano delle buone notizie: seguendole, ne scaturiscono, poi, buoni eventi. Ciò sembra quasi ovvio, ma l’intuizione di Zeland è che l’Onda della Fortuna può essere cavalcata a lungo.

Nella realtà, però, tutti abbiamo sperimentato quanto questo sia difficile.

Il fatto è che non conosciamo abbastanza noi stessi. Spesso ci convinciamo razionalmente di volere qualcosa, ma non abbiamo idea di quello che si cela nel nostro inconscio. Sono i pensieri incontrollati che spesso ci allontanano dall’Onda della Fortuna: “non me lo merito”, “non valgo abbastanza” ecc.
Quante volte ci è capitato di avere quello che volevamo proprio ad un palmo dal naso e, apparentemente senza volerlo, abbiamo buttato tutto per aria?
Ecco come agisce l’autosabotaggio. Ci si può allineare a certe frequenze solo a patto di aver debellato nel proprio intimo ogni risonanza con altre linee della vita e, per farlo, occorre seguire il motto dell’oracolo di Delfi: “gnôthi sautòn”.

Affinché il nuovo arrivi occorre gettare il vecchio e fargli spazio.

Torniamo ora ad una delle intuizioni secondo me più importanti di Zeland: i pendoli.

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Tra gli infiniti canali della corrente della vita, si trovano diversi pendoli. Si tratta di sistemi di aggregazione più o meno potenti: una squadra di calcio, convinzioni ideologiche, il governo.

Sono gli individui ad agganciarsi ai pendoli attraverso un consenso oppure una forte repulsione; in entrambi i casi l’emissione mentale del soggetto si sintonizza sulla frequenza del pendolo, che lo fa oscillare con sé legandolo con dei fili.

Ogni pendolo è di per sé creato e alimentato dall’energia degli individui che pensano in quella stessa direzione e, allo stesso tempo, fissa l’energia mentale del suo sostenitore alla propria frequenza, in modo che sia molto difficile divincolarsi. In questo modo, soggiacendo all’influenza di diversi pendoli, le persone spesso si trasformano in burattini e, anziché navigare la propria linea della vita, finiscono per ottenere proprio ciò che non vogliono.

Se ad esempio si pensa spesso alle malattie, cercando tutti i modi per evitarle, molto probabilmente queste si manifesteranno nella propria realtà poiché l’emissione mentale riguardava appunto il pendolo ‘malattia’.

E’ ovvio ci sono pendoli distruttivi e pendoli apparentemente innocui, si pensi alla differenza tra aderire ad una guerra e frequentare un gruppo di pilates! Eppure, scrive Zeland, ogni pendolo è per sua natura distruttivo poiché il più importante nonché unico fine di ogni pendolo è quello di sottrarre energia ai suoi sostenitori. Il pendolo è costruttivo solo rispetto a se stesso, ma in nessun modo rispetto alle persone.

Bene, tutto molto interessante, starete pensando. Ma come liberarsi dall’influenza dei pendoli? E cosa sono i potenziali superflui?

Continua…

 

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