Inkariy la profezia del sole, recensione libro

la-profezia-del-sole

Inkariy – La profezia del Sole, edito da Piemme Bestseller, è il secondo romanzo di Hernan Huarache Mamani che leggo. Rispetto a La profezia della Curandera mi ha un po’ delusa.

Hernan Huarache Mamani è nato in Perù ed è laureato in economia. Dopo una malattia è diventato curandero, ultimo erede di un’antica generazione di guaritori andini. Come professore dell’Università di Arequipa si occupa di diffondere la lingua e la cultura inca al mondo occidentale. Grazie all’ampia conoscenza delle lingue indigene è riuscito a porsi in contatto con sapienti che vivono nell’isolamento sulle Ande. Altri suoi libri sono La donna della Luce, La donna dalla coda d’argento, Negli occhi dello sciamano (la sua autobiografia), Gli ultimi curanderos e La profezia della Curandera (bestseller da 200.000 copie).

Inkariy – La profezia del Sole narra le vicende di Atao e Aurora – lei giovane medico italiano, lui curandero indio peruviano. Tuttavia i due personaggi sembrano spesso inermi e impersonali, in balia del messaggio che lo scrittore vuol far passare. Non affrontano grandi prove, né si evince un vero e proprio percorso di crescita. I due si innamorano fin dalle prime pagine e Aurora lascia Milano e il suo lavoro per seguire il peruviano nella sua terra natale. I messaggi che Mamani traghetta sono sempre profondi e spirituali, ma la storia è spesso inverosimile e non mi ha coinvolta particolarmente.

Fin da subito si parla dei mutamenti ciclici che accompagnano la terra: gli esseri umani che li attraversano sono portati a modificare il loro comportamento. Questi cambiamenti cosmici chiamati anche cicli di 5125 anni compongono il ciclo periodico lungo 25625 anni delle civilizzazioni, delle trasformazioni geofisiche, dei dominatori della guerra e della pace, della nascita, dello sviluppo, del crollo di nazioni e superpotenze.

“Amaru è il nome della leggenda del grande serpente cosmico che ha ali di Condor, testa di Puma e una lunga coda serpentina che arrotola e srotola. Le sue spire si allargano e si riducono, così nascono mondi, così svaniscono. Amaru è il tempo, lo spazio, l’energia.”

Il libro, scrive infine lo stesso Mamani, è nato proprio dalla necessità di voler spiegare cosa sarebbe avvenuto alla fine del 2012 secondo la sua corrente culturale e filosofica. Tuttavia trasformare Atao e Aurora in Tar e Ram – due esseri provenienti da un lontano mondo venuti in missione sulla terra -, è a mio avviso un colpo di scena avventato. Un passaggio che potrebbe rendere meno convincente il messaggio traghettato fino a quel punto.

Il viaggio dei due attraverso il Perù è, infatti, interessante e arricchito dalle leggende delle popolazioni indie locali. Puno, Chucuito, Pomata, Yunguyo e poi le isole del Titicaca: Amantani e Taquile sono solo alcune delle località visitate da cui traspare una terra fulgida che conserva ancora i suoi misteri.

Una sorta di metamorfosi, seppure con apparente semplicità, avviene in Aurora che, da donna razionale e imperniata sullo stile di vita occidentale, arriva a fare esperienze come quelle di comunicare con Madre Acqua o Madre Terra e riconoscere Atao come sua fiamma gemella.

“Placa la mente: pensi troppo. Passa all’azione, mettendo amore in tutto ciò che fai”.

“Nei tuoi occhi scorgo il fuoco che da sempre infiammò il mio spirito, i tuoi ideali hanno dato un senso alla mia vita e trasformato in azione l’energia del mio cuore, favorendo lo sviluppo dell’amore” .

In definitiva, Inkariy è una buona lettura per immergersi nei meravigliosi luoghi del Perù e rilassarsi un po’. Ma sarebbe un sogno se potessimo sperimentare nelle nostre vite trasformazioni di noi stessi tanto veloci e semplici!
Buona lettura

Vanna Ivone

 

 

Rispondi